giovedì 5 novembre 2015

TRAUMI EMOTIVI DELL’OPERATORE

Definizione di stress 

Una prima definizione univoca del concetto si stress, è stata fornita da Hans Selye negli anni Cinquanta. Il merito e l’importanza di questo psicologo non è stata tanto quella di aver definito lo stress come una risposta dell'organismo a vari stimoli esogeni ed endogeni e di aver descritto in modo sistematico tale risposta, quanto quella di aver inserito lo stress in una teoria generale dello sviluppo della malattia che ha fatto progredire notevolmente la ricerca biomedica degli ultimi trent'anni. Secondo Selye, lo stress11 è la risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso", come tale, esso può essere prodotto da una gamma estremamente ampia di stimoli denominati stressors (agenti stressanti) che producono essenzialmente la medesima risposta biologica, quali l'esposizione al caldo, al freddo o a gradi estremi di umidità, gli sforzi muscolari o l'attività sessuale, lo shock anafilattico o le stimolazioni emozionali. Lo stress è il risultato di un processo di adattamento che coinvolge l’individuo durante la sua interazione con l’ambiente: il soggetto valuta l’evento che deve essere affrontato (impegni lavorativi, conflitti familiari, difficoltà nelle relazioni sociali), e cerca una strategia per farvi fronte. Se è capace di reagire alle pressioni cui è sottoposto nel breve termine, determinando un ripristino dell’omeostasi, utilizzando le proprie strategie e risorse, queste pressioni possono essere considerate positive in quanto permettono lo sviluppo dell’individuo stesso: si parla di eustress o stress positivo. Se, al contrario, le condizioni sfavorevoli superano le capacità e le risorse proprie, oppure sono prolungate nel tempo, l’individuo diventa incapace di reagire e offre risposte poco adattive: questo viene definito distress o stress negativo.
Ci sono alcune parole che vengono usate per definire e comprendere “l’evento stress”: 
- stressors: sono gli eventi,stimoli che si devono affrontare; 
- tensione: è la prima reazione fisica, psicologica e comportamentale agli stressors; 
- effetti(outcomes): sono le conseguenze della tensione sia a livello individuale che collettivo; 
- coping: sono le strategie e i processi cognitivi messi in atto dall’individuo per far fronte agli stressors.
 - resilienza.

Fattori di stress per l’operatore di emergenza
Chi opera in situazioni di emergenza è sottoposto a dei particolari stress legati alle caratteristiche stesse di questo tipo di lavoro. 
I fattori di stress che incidono notevolmente su questo tipo di lavoro sono molteplici: 
- Lunghezza della carriera: è soprattutto il numero di anni di carriera ad avere effetto sui sintomi di stress psicologico, la lunghezza del servizio è associata alla severità e alla cronicità delle reazioni emozionali ostili. Quando l’età e la lunghezza dell’esperienza aumentano, aumenta anche il numero di eventi traumatici vissuti; 
- La pressione del tempo: durante un’operazione di salvataggio o in situazioni di emergenza vi può essere una forte pressione determinata dalla scarsità di tempo che si ha a disposizione per soccorrere una persona ferita; 
- Sovraccarico di responsabilità: questo aspetto appare particolarmente rilevante per coloro che hanno delle responsabilità direttive o di coordinamento, spesso si tratta di decidere la priorità di intervento tra diverse situazioni di emergenza. Si pensi al caso di chi si occupa del triage avanzato in un incidente e deve decidere in pochi istanti la priorità delle persone da soccorrere: non si tratta solo di distribuire dei codici colorati, ma di decidere anche del destino di quelle persone da curare, sapendo di non avere a disposizione tutto il tempo e la strumentazione che si avrebbe in ospedale. 
- Carichi fisici e mentali pesanti: l’attività di soccorso richiede energia fisica, forza, vigore e resistenza. Spesso non vi è neppure il tempo di riposare adeguatamente. Inoltre chi lavora nell’emergenza deve possedere una buona capacità di ragionamento, una sufficiente lucidità nell’esaminare le situazioni e nel prendere delle decisioni, compiendo delle valutazioni anche complesse. Tutto ciò all’interno di una situazione spesso caotica e sotto la spinta di pesanti sollecitazioni che tendono ad alterare la capacità di pensare a favore dell’azione immediata. Il tutto dovendo spesso operare in condizioni ambientali disagevoli (freddo, caldo, neve , pioggia ecc.). 
- Richieste emotive molto forti: i soccorritori sono esposti a stimoli e a sollecitazioni molto violente. Lavorano sotto una continua pressione. Durante le fasi di soccorso devono tenere le loro emozioni sotto controllo al fine di poter funzionare egregiamente nella loro missione. I soccorritori spesso devono prendere decisioni che riguardano la salute e la salvezza di altri, tenendo sotto controllo le personali paure, i momenti di ira e di scoraggiamento. 
- Carenza di risorse rispetto all’evento: spesso gli infermieri si trovano ad agire con mezzi e personale limitato. Le situazioni di emergenza sono caratterizzate dalla carenza di personale impiegabile, di apparecchiature e di mezzi finanziari mentre, al contempo, vi è la necessità di fare fronte a numerose richieste di intervento. 
- Aspettative da parte di terze persone: l’operatore dell’emergenza è riconosciuto nell’ideale collettivo come una sorta di “super eroe”, viene dipinto in grado di affrontare qualunque situazione lavorativa, di risolvere con estrema facilità ogni problema, senza mai mostrare insicurezza, disagio o malessere. Tutte queste reazioni possono essere considerate normali di fronte ad un evento fortemente stressante; l’infermiere grazie alla sua preparazione, esperienza e motivazione riesce a fronteggiare questo tipo di situazioni, promuovendo la propria capacità di resilienza e mettendo in atto le proprie strategie di Coping. Nel momento in cui questi strumenti non vengono messi in atto, l’infermiere inizia ad accusare i primi disturbi dovuti ad uno stress patologico, ed è proprio in questo momento che nasce la necessità di un supporto adeguato.


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