Policy Statement di SIMEU E IRC che sdogana il “TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DA PARTE DEGLI INFERMIERI NELL’EMERGENZA TERRITORIALE”
E’ ormai acquisizione unanime che, nelle patologie tempo dipendenti, la precocità dell’inquadramento diagnostico e i conseguenti provvedimenti terapeutici, anche farmacologici, assumono un ruolo critico nell’esito clinico, sia quoad vitam che quoad valetudinem.
Nonostante ciò si possono verificare ritardi nel trattamento di detti quadri clinici, a causa delle seguenti ragioni:
1- Ritardo nell’attivazione dei Servizi di Emergenza Territoriale 118 da parte della popolazione;
2- Intervallo tra insorgenza dell’evento e primo contatto medico eccessivamente lungo e non adeguato alle necessità assistenziali;
3- Sovraffollamento dei Dipartimenti di Emergenza con conseguente aumento del rischio clinico.
In questo ambito, un ruolo strategico viene rivestito dal sistema di Emergenza Territoriale e, all’interno di questo, dalla figura Infermieristica, che, nella gran parte dei casi, rappresenta il punto di collegamento per la maggior parte delle postazioni, in costante riferimento con la componente Medica, considerato l’attuale contesto organizzativo articolato a più livelli di complessità.
In particolare la somministrazione, da parte degli infermieri, di terapie, anche farmacologiche, secondo protocolli condivisi ed emanati ufficialmente dal Direttore della Centrale Operativa 118 (concordati con il Responsabile Territoriale, nelle realtà nelle quali sussiste tale figura), si inquadra in processo finalizzato alla tempestività del trattamento e spesso risulta essenziale per la salvaguardia della vita e/o della salute dei pazienti, come in caso di overdose da oppiacei, grave sindrome ipoglicemica, sindrome coronarica acuta, insufficienza respiratoria acuta ecc.
Non ci sono più scuse quindi. Si va avanti sulle Competenze specialistiche.
Ce lo chiede l’ Europa, molti Medici stanno capendo.
Policy Statement
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
DA PARTE DEGLI INFERMIERI NELL’EMERGENZA TERRITORIALE
Approvato nel Consiglio Direttivo Nazionale IRC del 05 novembre 2015
Approvato nel Consiglio Direttivo Nazionale SIMEU del 07 novembre 2015
E’ ormai acquisizione unanime che, nelle patologie tempo dipendenti, la precocità
dell’inquadramento diagnostico e i conseguenti provvedimenti terapeutici, anche
farmacologici, assumono un ruolo critico nell’esito clinico, sia quoad vitam che
quoad valetudinem.
Nonostante ciò si possono verificare ritardi nel trattamento di detti quadri clinici, a
causa delle seguenti ragioni1-2
:
1- Ritardo nell’attivazione dei Servizi di Emergenza Territoriale 118 da parte
della popolazione;
2- Intervallo tra insorgenza dell’evento e primo contatto medico
eccessivamente lungo e non adeguato alle necessità assistenziali;
3- Sovraffollamento dei Dipartimenti di Emergenza con conseguente aumento
del rischio clinico.
In questo ambito, un ruolo strategico viene rivestito dal sistema di Emergenza
Territoriale e, all’interno di questo, dalla figura Infermieristica, che, nella gran parte
dei casi, rappresenta il punto di collegamento per la maggior parte delle
postazioni, in costante riferimento con la componente Medica, considerato l’attuale
contesto organizzativo articolato a più livelli di complessità.
In particolare la somministrazione, da parte degli infermieri, di terapie, anche
farmacologiche, secondo protocolli condivisi ed emanati ufficialmente dal Direttore
della Centrale Operativa 118 (concordati con il Responsabile Territoriale, nelle
realtà nelle quali sussiste tale figura), si inquadra in processo finalizzato alla
tempestività del trattamento e spesso risulta essenziale per la salvaguardia della
vita e/o della salute dei pazienti, come in caso di overdose da oppiacei, grave
sindrome ipoglicemica, sindrome coronarica acuta, insufficienza respiratoria acuta
ecc.3-11
I presupposti giuridici di dette procedure vanno ricercati nel DPR 27 marzo 1992
“Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli
essenziali di assistenza sanitaria di emergenza”, che, all’art. 10 riporta quanto
segue: ”il personale infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di
emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e
fleboclisi, nonché a svolgere le altre attività e manovre atte a salvaguardare le
funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal Medico responsabile del servizio”.
Tale dispositivo ben si coniuga con l’evoluzione della figura infermieristica, sancita
dal DM 739/94 e dalla Legge n. 42/99, caratterizzata dal riconoscimento di
specifica autonomia e responsabilità professionale in ambito preventivo, curativo,
palliativo e riabilitativo.
Le condizioni che rendono possibile la terapia farmacologica da parte degli
Infermieri di Emergenza Territoriale sono le seguenti.
1. Specifico percorso formativo accreditato e finalizzato al trattamento anche
farmacologico delle patologie tempo dipendenti in ambito di emergenza
territoriale
2. Protocolli Condivisi ed emanati ufficialmente dal Direttore della Centrale
Operativa 118 competente per territorio (concordati con il Responsabile
Territoriale, nelle realtà nelle quali sussiste tale figura).
3. Addestramento continuo, anche tramite tecniche di simulazione avanzata, e
audit periodico su casi clinici e problematiche specifiche.
4. Disponibilità di continuo contatto tra gli infermieri di emergenza territoriale, il
Medico di Centrale Operativa e i Medici del Dipartimento di Emergenza,
anche tramite reti Telematiche e di Telemedicina.
Numerose esperienze internazionali hanno posto l’accento sull’importanza
dell’intervento infermieristico, anche farmacologico, nelle condizioni cliniche
caratterizzate nel migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti, in
condizioni di assoluta garanzia riguardo all’efficacia, sicurezza, tempestività del
trattamento, nonché rispetto della soddisfazione di pazienti, congiunti ed operatori
del sistema di Emergenza – Urgenza3
.
In base alle precedenti considerazioni, numerose realtà italiane di Emergenza
Territoriale hanno adottato procedure che prevedono la possibilità di intervento
terapeutico, anche farmacologico, da parte degli infermieri dell’Emergenza
Territoriale, nelle situazioni a rapida evoluzione (tempo dipendenti) e
potenzialmente pericolose per la vita. Tali procedure sono eseguite nel rispetto di
protocolli condivisi ed emanati dal Direttore della Centrale Operativa 118
territorialmente competente, (concordati con il Responsabile Territoriale, nelle
realtà nelle quali sussiste tale figura) in continuo contatto telematico con i Medici di
Centrale e del Dipartimento d’Emergenza (anche attraverso sistemi di
telemedicina).
La Società Italiana Medicina d’Emergenza-Urgenza (SIMEU) e Italian
Resuscitation Council (IRC) anche in considerazione della particolare evoluzione
culturale e normativa della figura Infermieristica verificatasi negli ultimi decenni,
sostengono tali procedure nell’interesse dei pazienti, impegnandosi e
promuovendo un’attività formativa specifica e finalizzata su tutto il territorio
nazionale, accanto ad un processo di revisione e miglioramento continuo dei
protocolli di trattamento in emergenza, con particolare rifermento alle condizioni
caratterizzate da evolutività e potenzialmente a rischio di vita.
Il Presidente Nazionale SIMEU Il Presidente Nazionale IRC
Dott. Gian A. Cibinel Dott. Walter Cataldi
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. Cowan RM, Trzeciak S. Clinical review: emergency department overcrowding and the
potential impact on the critically ill. Crit Care. 2005;9(3):291-295.
2. Joint Commission. Sentinel Event Alert, June 17, 2002;
(http://www.jointcommission.org/sentinelevents/statistics Accessed 10 November 2015.)
3. Latter S, Courtenay M. Effectiveness of nurse prescribing: a review of the literature. J Clin
Nurs. 2004 Jan;13(1):26-32.
4. Stiell IG, Wells GA, Field B, Spaite DW, Nesbitt LP, De Maio VJ, Nichol G, Cousineau D,
Blackburn J, Munkley D, Luinstra-Toohey L, Campeau T, Dagnone E, Lyver M; Ontario
Prehospital Advanced Life Support Study Group Advanced Life Support in out-of hospital
cardiac arrest. N Engl J Med. 2004;351:647-656
5. Nagappan R. Transit Care medicine: a critical link. Critical Care Medicine 2004; 32(1): 305-
306
6. Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva
Raccomandazioni per i trasferimenti Inter ed Intraospedalieri. SIAARTI 2012
(http://www.siaarti.it/Ricerca/Raccomandazioni-per-i-Trasferimenti-Inter-ed-IntraOspedalieri.aspx)
7. Brendan G. Carr, Tanguy Brachet, Guy David, Reena Duseja, Charles C. Branas.
Prehospital The Time Cost Of Prehospital Intubation And Intravenous Access In Trauma
Patients. Emergency Care 2008;12:327–332
8. Christopher W. Seymour, Colin R. Cooke, Paul L. Hebert, Thomas D. Rea
Intravenous Access During Out-of-Hospital Emergency Care of Noninjured Patients: A
Population-Based Outcome Study. Ann Emerg Med. April 2012; Volume 59, Issue 4,
Pages 296–303
9. Gold, L.S., Eisenberg, M.S. The effect of paramedic experience on survival from cardiac
arrest. Prehosp Emerg Care. 2009;13:341–344.
10. Newgard, C.D., Schmicker, R.H., Hedges, J.R. et al. Emergency medical services intervals
and survival in trauma: assessment of the “golden hour” in a North American prospective
cohort. Ann Emerg Med. 2010;55:235–246
11. Tzu-Ching Wu Michael J. Lyerly Karen C. Albright Eric Ward Amanda Hassler Jessica
Messier Catherine Wolff Charles C. Brannas Sean I. Savitz Brendan G. Carr
Impact of telemedicine on access to acute stroke care in the state of Texas
Annals of Clinical and Translational Neurology, Volume 1, Issue 1, pages 27–33, January
2014
Nessun commento:
Posta un commento