lunedì 23 novembre 2015

See and Treat

I risultati della sperimentazione erano stati quanto mai positivi.
L'avvio del protocollo è partito in Toscana in via ufficiale, con una Proposta di sperimentazione del modello See and Treat da applicare al Pronto soccorso, emanata dal Consiglio Sanitario della Regione Toscana, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n.1 02.01.2008.
Dopo aver toccato diverse città, adesso è la volta del Pronto Soccorso di Pistoia. Nove al momento gli infermieri già abilitati a svolgere questa specifica attività all'interno del pronto soccorso del presidio ospedaliero San Jacopo, diretto dal Dottore Andrea Cai. Nove infermieri che hanno acquisito una certificazione abilitante all'esercizio del protocollo See and Treat, a seguito della frequenza di un corso di formazione regionale di 180 ore e del superamento dell'esame finale.
Da ieri, 17 novembre, è partita la seconda fase formativa che riguarda altri otto infermieri, recentemente selezionati dalla direzione infermieristica, e che opereranno con la stessa modalità organizzativa presso il pronto soccorso di Pescia, diretto dal dottore Fabio Daviddi.
Ma perché nasce l'esigenza del See and Treat e cos'è?
Letteralmente See and Treat vuol dire “Vedi e Cura”, il modello organizzativo, presene in Inghilterra fin dal 1980 ha lo scopo di agevolare il lavoro degli operatori sanitari nel dipartimento di emergenza e di diminuire i tempi di attesa degli utenti.
Nelle linee di miglioramento del Pronto Soccorso, l'assessorato alla Salute della Regione Toscana, ha promosso alcuni interventi importanti, tra cui, per l'appunto l'istituzione di un'area assistenziale nei Pronto soccorso, dedicata ai “codici minori”.
L'esigenza di attuare dei protocolli migliorativi è data dal quanto mai sempre più diffuso fenomeno del sovraffollamento dei pronto soccorso. La mole sempre più imponente di utenza che si rivolge ai punti di primo soccorso, contingente alle sempre meno assunzioni di operatori sanitari ha fatto dei pronto soccorso delle vere e proprie bombe ad orologeria; da una parte un'utenza sempre più aggressiva in virtù di lunghissimi tempi di attesa, e dall'altra parte operatori sanitari sempre sotto stress e sotto pressione con carichi di lavoro che vanno oltre ogni ragionevolezza. Questo modus operandi, è nella maggior parte dei casi motivo di rialzo della percentuale di incorrere in Errore e di Malpractice.
Dallo studio dell'utenza che affolla i pronto soccorso si è evidenziato come spesso le patologie che li portano a rivolgersi a questi, sono per lo più patologie minori e non vere e proprie urgenze. Per cui in un'ottica di razionalizzazione delle risorse umane, nell'intento di dare l'assistenza più appropriata al paziente e nei giusti tempi, la regione Toscana ha adottato il Protocollo See and Treat.
Questo è caratterizzato da pochi e semplici criteri:
1. Dal triage scaturiscono due accessi distinti, uno per i casi più gravi ed uno per i casi minore entità, quest'ultimi destinati al See and Treat.
2.Costruzione di un'area See and Treat adiacente al Pronto soccorso proprio.
3.Chi accede all'area See and Treat è accolto dal primo operatore disponibile, sia esso medico o infermiere, il quale conduce autonomamente tutte le procedure necessarie fino al loro termine.
4.Gli operatori devono essere in numero necessario per prendere in carico immediatamente il paziente ed evitare il determinarsi di lunghe code.
5.Il personale di See and Treat deve aver ricevuto una formazione specifica.
6.Viene ammessa alla See and Treat una casistica selezionata per appropriatezza.
Le evidenti innovazioni sono due, la sostituzione della funzione di triage con una più semplice discriminazione iniziale fra casi urgenti e non urgenti e, per le urgenze minori, la presenza del primo operatore disponibile, indifferentemente dalla professionalità infermieristica o medica.
Quest'ultimo è il vero punto di svolta e la vera innovazione che eleva l'infermiere da una posizione puramente collaborativa ad una pienamente autonoma, duplicando le potenzialità dei Pronto soccorso.
L'infermiere in piena autonomia decisionale, valuta la patologia minore, presta assistenza immediata e invia il paziente ai percorsi Fast Track, ovvero indirizza l'utente dallo specialista competente.
La regione Toscana così come tutte le regioni che hanno avviato il protocollo, hanno recepito chiaramente l'importanza della figura infermieristica, e ne hanno colto il background professionale e culturale che ne fa un professionista a 360°, capace di prendere in carico un paziente, garantendo efficacia ed efficienza nelle prestazioni.
Questa autonomia, è supportata da una cornice legislativa che è determinata da:
Il contenuto dei decreti ministeriali istitutivi dei profili professionali(DM 14settembre 1994n. 739).
La formazione universitaria ed i master post laurea di primo e secondo livello.
Le indicazioni contenute nel codice deontologico del Collegio Ipasvi.
Stabilita a livello normativo l'autonomia, per poter operare all'interno delle aree di See and Treat, è stato istituito a livello regionale, un apposito corso di formazione, che ha lo scopo di implementare l'appropriatezza clinica/assistenziale/organizzative e creare un modello omogeneo, per migliorare le prestazioni erogate nell'area Emergenza/Urgenza, attraverso lo sviluppo e la certificazione di competenze del personale infermieristico per la valutazione ed il trattamento di casistica con problemi di salute minore.
Alla fine del corso strutturato in tre moduli dalla durata complessiva di 350 ore, al superamento di un esame teorico/pratico su casi assistenziali tipici del See and Treat, si ottiene il titolo di Infermiere certificato per interventi di See and Treat in primo soccorso.
Sui risultati ottimali del progetto non vi è alcun dubbio.
Tornando a Pistoia, l’anno scorso sono stati inviati direttamente all’ambulatorio del See & Treat 1.267 pazienti, ed il dato di quest’anno rileva un incremento di circa 10 pazienti al giorno in più; dovevano rimuovere punti di sutura, oppure avevano i geloni, l’orticaria, soffrivano di otiti esterne e tappi di cerume, dolori articolari di origine non traumatica. L’intervento degli infermieri su questi casi permette ai medici di concentrarsi sui casi che necessitano di risposte tempestive (infarti,politraumi,ictus)
I dati sull’indagine effettuata dal MeS (laboratorio Management e Sanità Sant’Anna di Pisa), rispetto alla soddisfazione dell’utenza, che ha usufruito di questa nuova opportunità in pronto soccorso risultano molto positivi: in particolare viene apprezzata la chiarezza delle informazioni fornite al paziente e la cortesia.
Vista la validità del progetto dovrebbe poter essere esteso a tutte le Regioni italiane, risolverebbe almeno in parte gli annosi problemi dei pronto soccorso e permetterebbe di fare ancora un passo aventi verso le tante sospirate e dibattute Competenze avanzate.

Fonti:
Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n.1 02.01.2008.
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