giovedì 5 novembre 2015

Competenze, funzioni e caratteristiche dell’infermiere d’emergenza

Per quanto riguarda l’operatore del soccorso, ci si può chiedere quali siano i motivi che lo spingono a svolgere una professione così impegnativa dal punto di vista fisico e psicologico. Si passa dalle motivazioni più nobili, come un’innata passione ad aiutare chi da solo non lo può fare in situazioni critiche, il confronto con situazioni sempre nuove ed imprevedibili, a quelle più materiali, come una più alta retribuzione economica. Una tappa decisiva per il mondo infermieristico si è avuta con la legge 42 del 19994 , con la quale si è abolito il mansionario, quindi  l’infermieristica è passata da una professione ausiliaria, ad una professione sanitaria. Questa modifica ha portato al riconoscimento dell’infermiere come un professionista della salute, con un campo proprio di attività e responsabilità, campo determinato dal Profilo Professionale D.M. 739/94, dagli ordinamenti didattici del corso di laurea, e dal contenuto del Codice Deontologico elaborato dal Comitato centrale della Federazione IPASVI nel 1999. Si è passati da una fase in cui l’infermiere era legittimato a fare solo quello che era previsto da un documento preciso e dettagliato, ad una nuova fase che offre più autonomia. L’abolizione del mansionario da un lato ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere, dall’altro lato però lo ha lasciato senza un concreto punto di riferimento. Per venire incontro alle esigenze infermieristiche si è predisposto l’utilizzo di protocolli di comportamento, con lo scopo di garantire il raggiungimento degli obiettivi e degli standard che vengono prefissati; rappresenta inoltre uno strumento di tutela e di garanzia per gli operatori, soprattutto in caso di eventi con esiti negativi, diventando uno strumento utile a diminuire insicurezze, disagio e stress. Un altro strumento importante per gli infermieri è il codice deontologico, il quale non viene considerato una legge, ma una guida per le decisioni che ogni operatore può prendere, in relazione alla propria maturità etica. Possiamo affermare che la figura dell’infermiere dell’emergenza viene istituita ufficialmente con il D.P.R. del 27 Marzo 19925 , e viene regolamentata anche dalle Linee Guida 1/1996 emanate dal Ministero della Sanità. Attraverso questo decreto si evince che l’assistenza al paziente non inizia al suo accesso in Pronto Soccorso, ma dal momento della richiesta di aiuto al numero 118. La responsabilità operativa è affidata al Personale Infermieristico della Centrale, nell’ambito dei protocolli decisi dal medico responsabile della Centrale. Il personale infermieristico della centrale è composto da infermieri con esperienza nell’area critica, o che abbiano seguito corsi di formazione nel settore dell’emergenza.
I compiti del personale infermieristico sono quelli di  :

  • Ricezione, registrazione e selezione delle chiamate; 
  • Determinazione dell’apparente criticità dell’intervento segnalato; 
  • Codifica delle chiamate e delle risposte, secondo il sistema delle codifiche definito dal D.M. del 1992.

Il triage telefonico cui è chiamato l’infermiere di centrale operativa differisce dal triage di pronto soccorso in quanto si basa su protocolli in uso nella centrale operativa. L’infermiere di Centrale nel momento in cui riceve la chiamata deve essere in grado di saper svolgere una buona attività di dispatch (sistema che comprende tutte le operazioni inerenti il sistema di soccorso dal momento della richiesta all’arrivo dei soccorritori sulla scena), il quale è costituito da 4 aspetti:
1. Intervista telefonica;
2. Istruzioni all’utente riguardo alle manovre da effettuare prearrivo dei mezzi;
3. Scelta del mezzo di soccorso (con medico, con infermiere, con volontari);
4. Supporto informativo ai soccorritori;
Secondo l’articolo 11 del Codice Deontologico: “l’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove,attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati”. Da ciò si deduce che all’infermiere, sono richieste delle competenze e delle attitudini, necessarie a svolgere al meglio la propria attività. Queste caratteristiche sono individuate in:
- PREPARAZIONE SPECIFICA
- ESPERIENZA - PROFESSIONALITA’
- DINAMICITA’ INTELLETTUALE PREPARAZIONE SPECIFICA
Il professionista infermiere, durante il suo percorso formativo previsto dal piano di studi per la laurea di primo livello in infermieristica, acquista una molteplicità di conoscenze, successivamente durante il percorso lavorativo è tenuto ad arricchire le proprie competenze attraverso l’apprendimento di tecniche e metodiche comportamentali assimilate in corsi specifici avanzati. Per tecniche operative d’intervento s' intende:

  • BLS (Basic Life Support) e BLSD (Basic Life Support Defibrillation):sostegno delle funzioni vitali di base mediante Rianimazione Cardio-Polmonare in associazione alla possibilità di defibrillazione precoce tramite D.A.E.(defibrillatore semiautomatico esterno) delle persone adulte; 
  • PBLS (Pediatric Basic Life Support) per l’acquisizione di tecniche di rianimazione di base come il BLS solo nei bambini che vanno da 0 a 8 anni; 
  • ACLS (Advanced Cardiac Life Support) per l’acquisizione di tecniche di assistenza avanzata al paziente in pre, intra e post arresto cardiocircolatorio; 
  • PHTLS (Pre-Hospital Trauma Life Support) e PTC (PreHospital Trauma Care) dove si acquisiscono le tecniche per la gestione, immobilizzazione e assistenza del paziente traumatizzato; 
  • AMLS (Advanced Medical Life Support), metodologie che permettono di affrontare in sicurezza le urgenze e le emergenze di un paziente internistico; 
  • Conoscenze approfondite sulla metodica del triage extra e intraopsedaliero: percorso decisionale dinamico, basato sull’attuazione di un processo metodologico scientifico, capace di stabilire il grado di presunta gravità clinica presente in un soggetto, identificabile mediante l’utilizzo di un sistema di codifica indicante la priorità assistenziale. 
Tipologie di triage:
- Triage di centrale: messo in atto dal personale infermieristico, delle centrali operative, secondo protocolli comuni definiti dalla normativa;
- Triage sul territorio: compiuto da coloro che si trovano sul luogo dell’evento;
- Triage in ospedale: attuato dal personale ospedaliero al momento dell’arrivo del paziente;

  • Profonda conoscenza e abilità nella gestione e impiego di tecnologie, strumentazioni e metodiche comportamentali, come la: 
  • Gestione dell’emotività - 
  • Comunicabilità - 
  • Prevenzione della sindrome del soccorritore e della sindrome del Burnout 

La preparazione specifica deve essere:

  • Valutabile semestralmente, perché le vere emergenze vanno dall’1% al 3% della totalità delle richieste di soccorso; 
  • Effettuata prima, e non dopo l’inserimento presso il servizio di 118

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