Le emogasanalisi vengono effettuate per valutare l’adeguatezza dell’ossigenazione e della ventilazione, per valutare l’equilibrio acido base e per monitorare l’efficacia derivante dai trattamenti con ossigenoterapia e con farmaci. Il sito più comune che viene utilizzato per la puntura dell’emogasanalisi è l’arteria radiale ma possono essere utilizzate anche le altre. Per eseguirlo la maggior parte delle istituzioni prevede l’ordine del medico. L’emogasanalisi valuta la ventilazione valutando il pH del sangue, la pressione parziale di ossigeno e di anidride carbonica. Solitamente i valori di riferimento per l’emogasanalisi sono:
- pH: 7,35 – 7,45;
- PaCO2: 35-45 mmHg;
- HCO3: 22-26 mEq/L;
- SaO2: maggiore del 95%;
- PaO2: >80-100
Prima di effettuare la procedura dovrebbe essere portato a termine il Test di Allen per verificare la pervietà dell’arteria ulnare se si sceglie come sito per l’inserzione dell’ago l’arteria radiale. Il materiale utilizzato può essere così distinto:
- Kit per emogasanalisi o siringa con eparina da 10 ml;
- Tappino per siringa da emogasanalisi;
- Garze sterili;
- Cerotto adesivo;
- Tampone per disinfezione con clorexidina;
- Sacca per trasporto di campioni biologici;
- Etichette appropriate per i campioni;
- Contenitore con ghiaccio.
- Guanti monouso a seconda dell’istituzione.
A questo punto siamo pronti per la procedura che viene così eseguita:
- Procurarsi tutto il materiale necessario. Controllare la data di scadenza del materiale. Controllare l’ordine del medico per l’esecuzione dell’emogasanalisi. Controllare la cartella clinica del paziente per essere certi che il paziente stesso non sia stato aspirato negli ultimi 15 minuti. Se necessario bisogna somministrare anestetico locale e aspettare che lo stesso agisca. Portare l’attrezzatura necessaria a letto del paziente.
- Eseguire l’igiene delle mani e indossare l’equipaggiamento per la protezione individuale se indicato. Controllare l’identificazione del paziente e confermare la sua identità. Dire al paziente che è necessario prelevare sangue arterioso, spiegando la procedura. Chiudere le tende intorno al letto e chiudere la porta della stanza, se possibile. Confrontare l’etichetta del campione con il paziente.
- Disporre di una buona illuminazione. Si raccomanda una luce artificiale. Mettere un contenitore per i rifiuti a portata di mano. Se il paziente è a letto bisogna chiedergli di mettersi supino con la testa leggermente sollevata e con le braccia lungo i fianchi. Al paziente ambulatoriale bisogna chiedere di sedersi su una sedia e di appoggiare il braccio sopra un poggia braccio o sopra un tavolo. Mettere un telo impermeabile sotto il braccio e un asciugamano arrotolato sotto il polso.
- Effettuare il test di Allen prima di prelevare un campione dall’arteria radiale. Far chiudere al paziente il pugno per diminuire il flusso di sangue alla mano. Utilizzando il dito medio e l’indice, premere sull’arteria radiale e su quella ulnare. Tenere la posizione per alcuni secondi.
- Senza muovere le dita dalle arterie chiedere al paziente di aprire il pugno e tenere la mano in posizione rilassata. Il palmo della mano del paziente dovrebbe essere pallido poiché la pressione delle dita ha impedito il flusso di sangue arterioso.
- Rilasciare la pressione sull’arteria ulnare. Se la mano diventa rosa allora la perfusione sanguigna riempie i vasi ed è possibile effettuare la puntura dell’arteria radiale in condizioni di sicurezza. Se invece la mano non diventa rosa bisogna effettuare il Test di Allen sull’altro braccio.
- Indossare i guanti monouso e localizzare l’arteria radiale, palpandola leggermente per avvertire un polso forte. Pulire il sito con tampone antimicrobico. Se si usa la clorexidina eseguire un movimento di avanti/indietro, sfregando per circa 30 secondi. Lasciare asciugare la cute. Dopo la disinfezione il sito non deve essere palpato a meno che non si indossino guanti sterili.
- Stabilizzare la mano con il polso esteso sopra l’asciugamano arrotolato, con il palmo rivolto verso l’alto. Palpare l’arteria sopra il sito della puntura con l’indice e il medio della mano non dominante, mentre si tiene la siringa con la mano dominante sopra il sito della puntura. Non toccare direttamente l’area che deve essere punta.
- Tenere l’ugnatura dell’ago verso l’alto con un angolo di 45 gradi rispetto al battito radiale con la siringa parallela al decorso dell’arteria. Quando si punge l’arteria brachiale tenere l’ago con un angolo di 60 gradi.
- Pungere la cute e l’arteria contemporaneamente. Osservare il reflusso di sangue nella siringa. Il sangue pulsante refluirà nella siringa. Non tirare lo stantuffo. Riempire la siringa fino a 5 ml.
- Dopo aver effettuato il prelievo bisogna ritirare la siringa mentre la mano non dominante comincia a comprimere il punto della puntura arteriosa con la garza 5×5. Comprimere fortemente fino a che il flusso di sangue si ferma o per almeno 5 minuti. Se il paziente è in terapia anticoagulante o ha una discrasia sanguigna applicare la pressione per 10-15 minuti. Se necessario, chiedere ad un assistente di supporto di tenere le garze in situ mentre si prepara il campione per trasportarlo al laboratorio ma non chiedere mai al paziente di tenere le garze.
- Quando il sanguinamento si arresta ed è passato un congruo lasso di tempo, applicare un bendaggio adesivo o una piccola medicazione compressiva. Una volta ottenuto il campione, controllare la presenza di eventuali bolle d’aria. Se ce n’è qualcuna eliminarla tenendo la siringa in posizione eretta ed espellendo lentamente un po’ di sangue su una garza.
- Inserire la protezione per l’ago. Mettere il cappuccio a tenuta d’aria sulla punta della siringa. Ruotare delicatamente la siringa per assicurare una buona distribuzione dell’eparina. Non agitare. Mettere la siringa in una coppa o in una borsa piena di ghiaccio.
- Mettere l’etichetta sulla siringa secondo le disposizioni dell’istituzione. Mettere la siringa immersa nel ghiaccio in una sacca per il rischio biologico. Eliminare l’ago nel contenitore per gli oggetti taglienti ed eseguire l’igiene delle mani.
- Portare immediatamente il campione in laboratorio.
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