mercoledì 2 dicembre 2015

ICTUS: scoperto un farmaco che potrebbe ridurre i danni del 50% entro 6 ore dall’attacco.

L’azione protettiva è “valida” fino a sei ore successive all'attacco. 

Uno studio Usa rivela invece che una stimolazione cerebrale ridona movimento ai pazienti colpiti da disabilità al braccio

Ictus Cerebri











La ricerca per contrastare i danni provocati dall'ictus segna due nuove importanti conquiste. La prima, tutta italiana, si deve a un gruppo di scienziati dell’Istituto Mario Negri di Milano e del NICO di Torino, scopritori di un farmaco in grado di ridurre del 50% il danno cerebrale fino a sei ore dopo l’attacco. Un secondo studio, effettuato negli Usa, ha invece dimostrato che la stimolazione magnetica del cervello ridona movimento ai pazienti colpiti da disabilità al braccio.
La prima terapia farmacologica per ictus – Lo studio italiano è stato pubblicato sulla rivista Cell Death and Disease. Il cervello, come ogni altro organo del corpo – spiegano i ricercatori – necessita di nutrimento e ossigeno per funzionare. Tali sostanze vengono trasportate attraverso i vasi sanguigni e, quando il sangue diretto al cervello è bloccato, si verifica un’ischemia cerebrale, che genera la progressiva morte dei neuroni.
I test, effettuati su animali, si sono concentrati sulla proteina denominata MKK7, nota per svolgere un ruolo importante nel determinare la morte dei neuroni a seguito di un attacco ischemico cerebrale. I ricercatori hanno quindi sintetizzato un inibitore specifico di questa proteina, chiamato GADD45Beta. Il risultato? L’effetto “protettivo” funziona anche sei ore dopo l’infarto cerebrale e il danno può essere ridotto del 50%. Si tratta della prima terapia farmacologica per il trattamento dell’ictus.
Campi magnetici made in Usa – Lo studio americano sulla stimolazione magnetica del cervello è stato condotto su 30 pazienti presso il Georgetown University Medical Center di Washington e presentato al meeting annuale della Society for Neuroscience, in corso a Chicago. Per ridare speranza a molti pazienti reduci da ictus e con una grave disabilità a un braccio, gli scienziati hanno utilizzato la stimolazione magnetica transcranica (Tms), una tecnica che consiste nell’appoggiare  sullo scalpo del paziente una specie di sonda che stimola (con campi magnetici) regioni specifiche della corteccia cerebrale.
Attualmente la Tms è approvata dalla Fda unicamente per la cura della depressione resistente ai farmaci, ma è in uso sperimentale per tantissime altre patologie. Gli esperti hanno stimolato parti del cervello sane e non compromesse dall’ictus, notando una discreta ripresa del movimento nel braccio “congelato”. La ricerca non si ferma però a questo punto: sono necessari altri test per verificare se la Tms riesce in qualche modo a “dirottare” l’attività di alcune aree del cervello rimaste sane sul controllo dei movimenti degli arti superiori.
Una donna su 5 rischia l’ictus: screening gratuito – Studi recenti hanno rivelato che il 63% delle vittime provocate da ictus sono donne e che una donna su 5 corre il rischio di subire un infarto cerebrale nel corso della sua vita. A loro è stato quindi dedicata la campagna di screening gratuito che si potrà effettuare, da lunedì 26 a sabato 31 ottobre, in oltre 2mila farmacie italiane. A organizzare l’iniziativa, in vista dell’ottava edizione della Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale che si celebra il 29 ottobre, è A.L.I.Ce Italia Onlus nell’ambito della settimana di prevenzione “Scacco all’Ictus”.

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