giovedì 16 novembre 2017

Gli ElettroMedicali dal punto di vista infermieristico

GLI APPARECCHI ELETTROMEDICALI: classificazione utilizzo responsabilità
Premessa
L’impegno e l’investimento culturale di una associazione scientifica e infermieristica forense si concretizza anche con la promozione di approfondimentii in tema di sicurezza, al fine di:
-         accrescere un’ampia consapevolezza sull’importanza della salute e della sicurezza sul lavoro
-         promuovere il diritto dei lavoratori ad un ambiente sicuro e salubre
-         rispettare l’ambiente sicuro e salubre
Un ambiente sicuro e salubre deve essere rispettato a  diversi livelli, tra cui Governo - Datori di LavoroLavoratori che devono integrare il proprio ruolo e le proprie competenze attraverso l’adozione di un sistema di diritti, responsabilità e doveri ben definiti dove la prevenzione deve assumere un ruolo prioritario con l’utilizzo di tutti i mezzi disponibili per comprendere  il concetto di rischio e come può essere prevenuto o controllato. Da una parte accrescere promuovere rispettare, dall’altra integrare assumere comprendere.
La parola chiave è quindi sia in un senso che nell’altro: INTEGRARE
I numeri a volte confondono o non sono esaustivi, ma nel campo della sicurezza sul lavoro indicano con sufficiente autorevolezza il ventaglio delle probabilità che gli addetti possano essere interessati da un evento infortunistico. Significativo è anche il numero dei deceduti sul lavoro e la forbice tra uomini e donne, dove le donne in sanità sono ancora numericamente ed intellettualmente rilevanti, perché se così non fosse non si comprenderebbe il fatto che si espongano meno degli uomini. Poi si possono fare altre considerazioni che qui non è il momento di proporre. E’ però indubbio che nel campo della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro, il ruolo del lavoratore è assolutamente centrale o non marginale.
L’adeguatezza del tema in approfondimento sulla giornata odierna può essere meglio sostenuta verificando cosa intendiamo per RISCHIO e PERICOLO e se sia applicabile per evitarli o ridurli il decreto legislativo 626/94
Definito che il rischio può essere inteso come Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente (ART. 2 D.LGS. 81/08) e definito che il pericolo può essere inteso come Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni (ART. 2 D.LGS. 81/08), la corrispondenza tra la teoria e la realtà è meglio apprezzabile dalla lettura di una breve rassegna stampa che vede coinvolti sia gli operatori che gli utenti, sia l’elettromedicale che la tecnologia, sia il dovere di comportamento che responsabilità professionale civile e penale.
Gli articoli appena riassunti attestano che gli ambienti ad uso medico determinano un significativo aumento dei fattori di rischio, e dobbiamo in questo contesto evidenziare, ricordare e riflettere sul fatto che  i pzt che entrano in contatto fisico o elettrico con gli e.m. hanno di solito precarie condizioni di salute, diminuite capacità di reazione e sono quindi più vulnerabili ai pericoli, che ricordo essere la proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni (ART. 2 D.LGS. 81/08)
Cerchiamo insieme di sbrogliare la matassa.
Relazione
Le strumentazioni in ambito sanitario utilizzate per diagnosi, terapia e riabilitazione, possono essere genericamente indicate con il termine apparecchi elettromedicali che presentano, e questa è una prima distinzione, un raggio d’azione ampio e diversificato nel principio di funzionamento, nell’obiettivo da raggiungere, nella circostanza di utilizzoFissiamo bene questi punti nodali: quando ricorriamo ad un e.m. dovremo tener sempre in considerazione ed essere consapevoli del
principio di funzionamento
obiettivo da raggiungere
circostanza di utilizzo
Le apparecchiature elettromedicali possono essere diagnostiche e terapeutiche.
Il ricorso all’utilizzo degli elettromedicali è esponenziale perché lo sviluppo della scienza e della tecnologia, integrandosi, han permesso una maggiore conoscenza delle malattie e delle tecniche di diagnosi.
Il ricorso al loro massiccio utilizzo è sostenuto sia dal miglioramento delle loro funzioni sia per la loro capacità di essere impiegati in ambiti appena poco tempo fa impensabili. L’impiego è inoltre favorito:
-         per le dimensioni dei contesti sociali dai quali consegue una richiesta qualificata di assistenza e prestazioni sanitarie;
-         per l’efficienza, l’efficacia, l’affidabilità, la sicurezza delle tecniche produttive;  
I cittadini utenti sono certamente edotti sul progresso delle tecniche di diagnosi e terapeutiche e sono i primi a sostenere il ricorso al miglior utilizzo di un e.m.
Quanto sopra non può però prescindere da un punto di equilibrio tra il ruolo insostituibile della componente umana nel ricorso alle biotecnologie e nell’utilizzo degli elettromedicali. E’ evidente che un sanitario deve essere all’altezza dell’em che sta impiegando e che l’e.m. deve essere tecnologicamente adeguato alla prestazione che deve garantire. Non si può raggiungere nessuna delle due evidenze senza il punto di equilibrio prima richiamato. Un esempio calzante per analogia potrebbe essere quello del cardiochirurgo di fama mondiale che per operare necessita di un ambiente sanificato a regola d’arte, e che il lavoro della miglior impresa di sanificazione può essere vanificato dalla incompetenza del chirurgo di turno. Allo stesso modo possiamo essere infermieri preparati, esperti, rispettosi  ma se non riusciamo a cogliere apparenti insignificanti criticità o a lavorare in equipe, la preparazione resta fine a se stessa.
Possiamo individuare il punto di equilibrio nell’impiego favorito in maniera esponenziale con la:
-         Miglior conoscenza delle funzione degli apparecchi e massimo profitto di rendimento nelle più idonee condizioni di sicurezza a garanzia della professionalità degli operatori e dell’erogazione di corrette prestazioni ai pazienti
-         Promozione dell’informazione e della formazione sull’utilizzo congruo delle apparecchiature per prevenire il malfunzionamento, i guasti, l’imperizia, l’imprudenza, la negligenza che possono causare danni alla salute di tutti
-         Capacità di utilizzo consapevole e informato della tecnologia e della tecnica
Il concorso degli elementi richiamati
può
deve
potrebbe
dovrebbe
garantire sicurezza all’operatore e incolumità al paziente.
La professionalità e responsabilità sono strettamente correlate al possesso di conoscenze scientifiche e teoriche e abilità tecniche  e manuali.
r quanto sopra, cercherò di affrontare una analisi dei termini che interessano da vicino gli operatori che lavorano con gli e.m., tra i quali termini
IDENTIFICAZIONE
CORRETTO UTILIZZO
TECNOLOGIE
RISCHIO
PERICOLO
RESPONSABILITÀ
DIRITTI-DOVERI
LEGISLAZIONE
Abbiamo già individuato le due definizioni principali di elettromedicali, “Le strumentazioni in ambito sanitario utilizzate per Diagnosi, Terapia e Riabilitazione, possono essere indicate con il termine Apparecchi Elettromedicali” oppure “indichiamo un apparecchio elettrico che trova applicazione in ambito medico sanitario”.
In funzione sicurezza sul lavoro, è necessario richiamare l’attenzione sul fatto che negli ospedali possono anche essere utilizzati e.m. in combinazione con altri e.m. o apparecchi non elettromedicali. Un esempio è rappresentato dal carrello per le endoscopie, a sua volta composto da una fonte di luce, un processore di immagine, un video registratore, un monitor… che ovviamente devono essere compatibili nel loro complesso.
Dalla definizione generica dobbiamo necessariamente passare alla definizione tecnica che discerne dalla normativa italiana ed europea, per la quale si attribuisce per e.m. un “Apparecchio elettrico munito di non più di una connessione alla rete di alimentazione destinato alla diagnosi al trattamento alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di personale”
Tale definizione non è però ancora sufficiente ed esaustiva. Oltre ad essere munito di connessione elettrica, “l’apparecchio elettrico deve entrare in contatto fisico o elettrico col paziente e/o trasferire energia verso o dal paziente e/o rilevare un determinato trasferimento di energia verso o dal paziente”
Possiamo quindi al momento sintetizzare che un elettromedicale:
·        trova applicazione in ambito medico sanitario
·        munito di non più di una connessione
·        entra in contatto fisico o elettrico col paziente
·        trasferisce energia verso o dal paziente
·        rileva un determinato trasferimento di energia verso o dal paziente
La normativa Cei indica che un apparecchio e.m. deve essere munito di non più di una connessione, da intendersi quale collegamento con cavo elettrico tra l’e.m. e la sorgente di energia che ne permette il funzionamento.
A seconda dell’impianto elettrico di cui è dotato un ambiente di lavoro dedicato ad uso medico, non in tutti gli ambienti di lavoro medico sanitario è prevista la possibilità di effettuare una connessione elettrica in quanto precluso dalla normativa CEI 64-8/7 l’utilizzo degli e.m.
Brevemente, accenniamo che gli ambienti di lavoro vengono classificati in tre gruppi
Gruppo 0 : Locali nei quali non si possono utilizzare apparecchi elettromedicali con parti applicate
Gruppo 1: Locali nei quali si possono utilizzare apparecchi elettromedicali con parti applicate solo esternamente al corpo del paziente o introdotte invasivamente entro qualsiasi parte del corpo ad eccezione della zona cardiaca
Gruppo 2: Locali nei quali si possono utilizzare apparecchi elettromedicali con parti applicate destinate anche a interventi intracardiaci e a operazioni chirurgiche
In questi locali viene individuata una particolare zona, definita dalla Norma “zona paziente“, che delimita il volume all’interno del quale il paziente può venire a contatto con masse o masse estranee pericolose. La classificazione del locale e l’individuazione della zona paziente deve essere frutto della collaborazione tra progettista e direttore sanitario. All’interno della zona paziente gli accorgimenti da adottare per la sicurezza del paziente sono più restrittivi che all’esterno perciò si rende necessario stabilire l’effettiva posizione che possono assumere il paziente o le apparecchiature che possono entrare in contatto con il paziente
La Normativa Italia CEI 62-5 e la Normativa Europea CEI EN 60601-1 indica che …L’apparecchio elettrico deve entrare in contatto fisico o elettrico col paziente…
Possiamo definire una parte applicata …complesso delle parti dell’elettromedicale che entrano in contatto con il paziente in trattamento o portate in contatto con esso durante l’utilizzo…
E’ ovviamente preclusa l’adeguata funzione diagnostica e di cura in assenza di contatto fisico non occasionale, mentre possiamo asserire che un e.m. che entra in contatto con un pzt è potenzialmente in grado di provocare maggiori danni rispetto ad un contatto occasionale. Intendiamo come danni principalmente le ustioni e le folgorazioni. Sulle folgorazioni, in sintesi la corrente elettrica che fluisce sul corpo umano può arrecare drammatiche conseguenze.
Detto questo, cerchiamo di definire quali siano le parti applicate, che possono essere autonomamente rilevate in qualsiasi momento in quanto ogni e.m. deve essere corredato di una scheda tecnica.
Sono parti applicate
·        piastre  defibrillatore
·        elettrodi elettrocardiografo
·        sonde ecografo
·        elettrodi elettrobisturi
·        set tubi pompa infusione
Quanto si ipotizza che l’e.m. “e/o trasferire energia verso o dal paziente e/o rilevare un determinato trasferimento di energia…” per trasferimento di energia si intende un passaggio di energia tra e.m. e assistito…, e possiamo indicare energia elettrica (elettrobisturi), magnetica (risonanza magnetica), termica (termografia), ottica (raggio laser), mentre rilevare un determinato trasferimento di energia è riferito agli e.m. che misurano energia che interagisce tra una fonte energetica e l’assistito, quale spirometro (misura il flusso dell’aria che il pzt riceve da un ventilatore polmonare), amplificatore di brillanza (misura la quantità di raggi che hanno attraversato il pzt), gammacamera (misura la quantità di radiazioni gamma emessi dal pzt a cui è stato somministrato un farmaco radioattivo).
Abbiamo visto che il raggio d’azione degli e.m. è vasto importante e diversificato. Sempre tenendo ben a mente il fattore sicurezza, gli e.m. vengono classificati per il grado di protezione contro i rischi che si possono affrontare. Ne consegue una precisa distinzione in classi e tipi.
Gli e.m. si suddividono in CLASSI per definire le protezioni contro i contatti diretti e indiretti.
Gli e.m. si suddividono in TIPI per definire il grado di protezione contro i pericoli elettrici dovuti alle correnti di dispersione.
La valutazione del rischio
La protezione dei lavoratori contro i rischi durante il lavoro e la valutazione di una serie di problematiche in materia di salute e sicurezza nell’ambiente di servizio, devono essere perseguite in ogni ambito. non può esserci una politica della sicurezza senza che il
1) fine aziendale e assistenziale,
2) il progetto di cura,
3) il sistema di gestione della sicurezza sul lavoro
 siano attuati al fine di assicurare anche il raggiungimento degli obiettivi della tutela della salute anche dei lavoratori. Anche la salute degli operatori non ha prezzo.
In tal senso, l’opportunità di dedicare risorse ed energie alla contrattazione decentrata e alla formazione dei rappresentanti per la sicurezza deve essere colta per
•      Definire e documentare la politica, gli obiettivi e gli impegni da essa stabiliti per la sicurezza;
•      Assicurare che tale politica venga compresa, attuata e sostenuta a tutti i livelli aziendali;
•      Verificare il conseguimento degli obiettivi e fissare le relative azioni correttive
Ancora ricordiamo che un adeguato sistema di gestione della sicurezza sul lavoro deve riflettere un impegno globale dall’alta direzione fino agli operatori.
Domanda: E’ sempre possibile durante un incidente occupazionale evitare di assegnare la responsabilità dell’evento ad esempio, a prestazioni professionali conseguite e portate al termine al di fuori dei parametri di sicurezza?
Domanda: E sempre possibile assegnare a qualcuno la responsabilità di danni conseguenti all’esposizione dei lavoratori che utilizzano elettromedicali?
Resta in capo al datore di lavoro la responsabilità derivante dall’obbligo di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori (Art. 18 d.lgs 81/08)
Ma allo stesso tempo e con maggior significato non possiam dimenticarci dell’ Art. 20 d.lgs 81/08 …ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni…
Quando muore un assistito perché manca un riduttore non possiamo scaricarci ne la COSCIENZA e ne la RESPONSABILITÀ perché l’ambiente di lavoro deve essere vissuto e non subito.
Abbiamo visto che è altresì prevista la consultazione obbligatoria dei lavoratori stessi o dei loro rappresentanti e, parallelamente, il loro diritto a partecipare alla soluzione delle problematiche riguardanti la sicurezza suoi luoghi di lavoro
Nello specifico dell’argomento odierno, parlare di verifiche periodiche di sicurezza elettrica per valutare la conformità dell’ambiente di lavoro e degli e.m. ad una specifica norma, equivale a valutare il livello di rischio elettrico associato ad una apparecchiatura funzionante ed utilizzata tutti i giorni da operatori sanitari su pazienti.
Concludendo, la riduzione del rischio ad un livello accettabile, come per le verifiche, è ottenibile secondo due possibili percorsi:
1)    il primo riguarda interventi di tipo sostitutivo di parti di apparecchiature che hanno perso nel tempo le loro caratteristiche meccaniche ed elettriche. In questo caso l’intervento di ripristino viene considerato come un intervento di manutenzione correttiva su guasto, volto a riportare l’apparecchiatura nello stato di sicurezza iniziale.
2) il secondo riguarda interventi che comportano modifiche al progetto iniziale dell’apparecchiatura in quanto valutato carente rispetto allo stato dell’arte
Da un punto di vista economico, nella maggior parte dei casi, considerando anche i tempi di intervento e di fermo macchina, non risulta essere assolutamente conveniente intervenire.
LA FORMAZIONE DEL PERSONALE OSPEDALIERO ED IL MANUALE D’USO
La “messa a norma” o meglio “la riduzione del rischio ad un livello accettabile”, da sola non basta a garantire il conseguimento di risultati soddisfacenti e potrebbe addirittura essere causa di sprechi.
Un esempio evidente è quello delle porte antincendio: la norma prevede che esse siano realizzate, ma se poi vengono ostruite da pacchi o chiuse con catena e lucchetto, ci si trova di fronte ad un caso nel quale la semplice osservanza della norma tecnica è insufficiente.
Un ulteriore esempio più consono alla materia in esame, consiste nel fatto che il personale infermieristico potrebbe prendere l’abitudine di agire affidandosi ai sistemi d’allarme incorporati negli apparecchi, invece di prestare una certa attenzione alle azioni che sono in corso. Qualora si debbano usare apparecchi non dotati di allarmi, è molto probabile che si compiano degli errori.
Deve essere un preciso interesse degli operatori l’Informazione e la formazione dei lavoratori per i quali in questa materia competono precisi diritti, doveri e quindi precise responsabilità.

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