sabato 23 giugno 2018

L’infermiere di elisoccorso: Da quassù si domina il mondo

Immersi nell’acqua di una piscina, chiusi dentro un elicottero e legati alle cinture di sicurezza, a testa in giù. Non è un incubo, ma una delle prove da superare per diventare infermiere di elisoccorso.

La formazione e le dure prove per diventare infermiere di elisoccorso

Una delle prove più difficili da superare nel percorso di formazione per un infermiere di elisoccorso è l’Huet, ossia helicopter underwater escape training. La carlinga dell’elicottero viene immersa capovolta in una piscina. E gli infermieri dentro devono slegarsi, trovare la via d’uscita e riemergere. Il tutto in apnea, senza l’aiuto delle bombole di ossigeno. Motivo? Se durante un’operazione di soccorso l’elicottero dovesse precipitare in mare, gli infermieri saprebbero badare a se stessi, mettendosi in salvo.
A raccontarci come si diventa infermiere di elisoccorso è Simone Pirastu, coordinatore infermiere della centrale operativa 118 Romagna - elisoccorso. Qui le regole sono cambiate dal 2016 - chiarisce subito Pirastu -. In Emilia Romagna adesso per diventare infermiere di elisoccorso bisogna essere solo ed esclusivamente operatori di centrale. Prima bastava essere dell’area critica: rianimazione o pronto soccorso o 118. Dal 2016 non più. Bisogna essere operatori di centrale e fare un corso per vedere se si è idonei. E se non lo si è, bisogna abbandonare anche la centrale. Tutto questo vale solo per le new entry. I “vecchietti” dell’elisoccorso possono stare tranquilli. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. E se invece si lavora in un altro reparto? Bisogna aspettare un bando di mobilità, non c’è altra strada dice Pirastu.

Ma quali sono i test da superare?

Ci sono determinate caratteristiche fisiche che bisogna avere - spiega Pirastu - e bisogna superare dei test da sforzo. L’Huet è solo uno dei test. In Emilia Romagna e in Friuli Venezia Giulia, poi, la formazione prende due percorsi differenti. Solo in queste due regioni, infatti, sono previsti due infermieri a bordo dell’elicottero, di cui uno che siede a fianco del pilota e coordina le operazioni di soccorso. Chi vuole seguire questa strada e diventare così Cvs (coordinatore di volo sanitario) dovrà studiare molte nozioni e tecniche di aeronautica e soprattutto dovrà eseguire venti missioni a termine, vale a dire con paziente trasportato a bordo. Chi invece preferisce il lato sanitario diventerà Avs, cioè assistente di volo sanitario e nell’elicottero sarà seduto dietro, accanto al medico. Per seguire questo percorso basteranno dieci missioni a termine.
Una bella fatica. E se si sceglie questa strada non è certo per soldi, ma per amore. Io vengo dall’aeronautica - dice Pirastu - e solo dopo sono diventato infermiere. Perciò ho sempre avuto questa passione. E la passione smuove tutto. Anche perché lo stipendio di un infermiere di elisoccorso non è che sia così ricco. Nella nostra regione - spiega ancora Pirastu - ci viene riconosciuto un gettone di presenza regionale. È come se fosse un turno aggiuntivo. Facendo i conti sono circa 150 euro lordi a turno. E non capita certo di farli tutti i giorni. Eppure le responsabilità sono tante. Ma compensate da grandi emozioni. Quando sei lassù hai la sensazione di dominare il mondo conclude Pirastu.

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